Spalle stridule

Alessandria è lontana.
Ho riposto il coltello arabo nel cassetto della commode en console.
Potremo percepire gli eventi, le cravatte,
l'umore delle gambe
di qualcuno che sta scricchiolando su per le scale.
Le affusolate rotule della gioventù prendono fuoco all'improvviso.

Ma noi di questo passato romantico non sappiamo più cosa farcene.
Tanto basta all'accoglienza dell'insidia.
Accanto alla scuola dei continenti nascondevamo le gomme.
I ragazzi fuggivano dalle imprese.
Questo ballo è sufficiente?

Una sera voglio mangiare solo miele e mandorle.
Li abbiamo smascherati con il singhiozzo,
con le lacrime.

Anche noi, però, siamo fuggiti in un bronzo spuntato
di pionieri allarmati dall'affusolato
oblio del bene che ci intratteneva
con i suoi azzurri.

La luce di Alessandria è un'incerta foresta di raggi
che si allontanano e si avvicinano ai ciondoli di mamma,
che si adagiano sul torpore dei giorni
spesi a parlare al telefono
con i pantaloni bisessuali del panorama.
Composta giovedì 26 luglio 2018

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